di Federica di Martino
Lo sappiamo, sono giorni complessi per tutte e tutti, le informazioni
si rincorrono e si sovrappongono in una marasma tale da non riuscire
a capire a che punto siamo, ma soprattutto quando finirà tutto
questo.
Nel frattempo, però, la vita accade, per cui mangiamo, dormiamo,
facciamo l’amore se abbiamo qualcun@ con cui passare il tempo in
queste giornate infinite, leggiamo, abortiamo, guardiamo serie tv,
insomma continuiamo ad esserci.
Il problema, e lo stiamo verificando quotidianamente, è che a non
esserci sembrano essere proprio i servizi che dovrebbero garantire
l’aborto. Ricordiamo che le interruzioni volontarie di gravidanza
rientrano nei LEA (i servizi essenziali di assistenza), ovvero nei
servizi e nelle prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è
tenuto ad offrire ai propri cittadini, sempre. Ecco, questo dovrebbe
lasciare poco spazio alle interpretazioni: l’aborto non è una
pratica accessoria, ma un diritto fondamentale che non dovrebbe
essere sottratto o limitato.
Sappiamo che di fatto tutto questo non avviene, tanto che insieme
alle sorelle di Obiezione Respinta abbiamo creato il canale
Telegram “SOS Aborto _ COVID-19” in cui pubblichiamo tutte le
informazioni che ci arrivano quotidianamente sulla situazione nel
nostro Paese in questo periodo.
Oggi comunque vogliamo offrire una guida molto pratica per tutte le
donne che hanno scoperto di essere incinte e che vogliono abortire in
questo periodo, cercando di fornire indicazioni utili, rispondendo
alle domande, anche quelle che possono sembrare le più banali ma che
ci aiuteranno a capirci qualcosa in più.
Non farti
prendere dall’ansia.
Non più del dovuto, almeno. Può sembrare un’indicazione scontata,
ma credeteci, è da lì che nasce tutto, dalla nostra capacità di
mantenere il controllo e gestire la situazione in maniera
propositiva. Scegli tu se preferisci occupartene da sola oppure
affidarti a qualcuno (amici, familiare, una rete social affidabile).
Non è importante il modo in cui sceglierai di affrontare il tuo
aborto, è importante che tu possa sentirti a tuo agio sempre, in
tutto il processo. Potrai pensare che in questo periodo storiche le
difficoltà da affrontare saranno maggiori, e questo probabilmente è
vero, ma non pensare mai di non riuscire a trovare una strada. Tutto
si risolverà nel migliore dei modi, andrà tutto bene, per tutti e
tutte, anche per te.
Quante tempo ho a
disposizione?
L’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) è consentita dalla
legge 194/78 entro i primi novanta giorni, periodo che viene
calcolato a partire dalla data delle ultime mestruazioni. Oltre alle
12 settimane è possibile praticare l’aborto terapeutico (ITG) se
la gravidanza o il parto comportano un grave pericolo per la vita
della donna, o quando sono accertate patologie che possano
determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della
donna.
L’accesso all’aborto farmacologico (RU486) può avvenire entro le
7 settimane, ricorda che non è presente in tutti gli ospedali che
effettuano le IVG, a maggior ragione in questo periodo, in cui alcuni
ospedali scelgono di interrompere questo tipo di servizio a favore
del solo chirurgico.
Perchè
avviene tutto questo?
A
10 anni dall’introduzione della RU486, sono ancora molte le regioni
che prevedono l’obbligo di ricovero di tre giorni. Poco conta che
molte regioni si stiano adeguando all’assetto europeo prevedendo
l’assunzione
delle due pillole a 48 ore di distanza senza necessità di permanenza
in ospedale, ancora meno conta che nelle regioni in cui l’obbligo è
ancora previsto la stragrande maggioranza delle donne firmi le
dimissioni, aggirando
giustamente il problema. La legge impone questo, le regioni
arbitrariamente dispongono. Per cui l’idea
è che mantenere il chirurgico, almeno da un punto di vista teorico,
sia meno ingombrante in quanto avviene in day hospital. Peccato che
per l’aborto chirurgico sia necessario un/a anestesista, che
attualmente, come potete immaginare, sono impiegati soprattutto per
l’emergenza COVID-19. Questo comporta giorni ridotti, file
chilometriche, slittamento dei servizi etc.
Cosa
faccio per poter abortire?
Il passaggio necessario è quello
di ottenere il certificato che attesti la gravidanza ai fini
dell’IVG, al fine di poter andare in ospedale. La legge 194/78
prevede l’obbligo di 7 giorni di riflessione prima di poter
abortire (dovesse mai discendere qualche arcangelo dal cielo che ti
convinca
a non commettere lo scellerato gesto), a meno che sul certificato non
sia attestata l’urgenza, in quel caso sarà possibile procedere
immediatamente.
Dove
posso ottenere il certificato?
Anzitutto, premunisciti di avere
con te carta di identità, tessera sanitaria e certificazione delle
beta (il
cosiddetto “ormone della gravidanza”).
Per ottenerla, basterà raccogliere un po’ di pipì di primo
mattino in un barattolo pulito, portarlo in un laboratorio analisi
oppure in una farmacia, dove otterrete il documento in giornata.
Ricorda comunque di rispettare tutte le norme e le prassi sanitarie in maniera di COVID-19.
Ricorda comunque di rispettare tutte le norme e le prassi sanitarie in maniera di COVID-19.
Consultorio:
in questo periodo, da
quanto abbiamo potuto rilevare dalle vostre segnalazioni, alcuni
consultori risultano chiusi, altri
aperti soltanto per emergenze, tra cui, appunto, i certificati per
IVG. Verifica il consultorio della tua
città, o quelli dei paesi limitrofi, in ogni caso
ti preghiamo di segnarcelo.
Il/la
tu*
ginecolog*:
puoi
ottenere
il certificato dal tuo
ginecologo
o ginecologa se ne hai
uno
anche
privato
di riferimento. Attenzione, potrebbe
rifiutarsi di rilasciarti
il certificato in quanto obiettore o obiettrice, in questo caso non
disperare,
gira i tacchi, alza un bel dito medio e cambia se
vuoi immediatamente
ginecolog* di fiducia facendo attenzione di non trovarti
un altro obiettore o obiettrice.
Il/la
medico di base:
il
tuo
medico
di base può rilasciarti
un
certificato che attesti la tua
gravidanza, così
come ogni medico, così come previsto dall’articolo 5 della legge
194/78.
Leggiamo
testualmente: “Quando
il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il
medico di fiducia, riscontra l'esistenza di condizioni tali da
rendere urgente l'intervento, rilascia immediatamente alla donna un
certificato attestante l'urgenza. Con tale certificato la donna
stessa può presentarsi ad una delle sedi autorizzate a praticare la
interruzione della gravidanza.
Se
non viene riscontrato il caso di urgenza, al termine dell'incontro il
medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico
di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la
gravidanza sulla base delle circostanze di cui all'articolo 4, le
rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante
lo stato di gravidanza e l'avvenuta richiesta, e la invita a
soprassedere per sette giorni. Trascorsi i sette giorni, la donna può
presentarsi, per ottenere la interruzione della gravidanza, sulla
base del documento rilasciatole ai sensi del presente comma, presso
una delle sedi autorizzate.”
Il medico di fiducia può essere il tuo medico di base o altro
medico, che non può praticare l’obiezione di coscienza e non
attestare il tuo stato di gravidanza. In caso contrario si può
provvedere a denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Cosa faccio dopo
aver ottenuto il certificato?
Anzitutto verifica su internet quali sono gli ospedali più vicini a
casa tua che effettuano IVG e telefona in reparto per prendere un
appuntamento. Se ti dicessero che il servizio è interrotto a causa
del COVID-19 o che è sospeso ti chiediamo di fare due cose:
-informarci per poter verificare se effettivamente quanto affermato
risponda a verità.
-chiedere sempre con chi si sta parlando. È
un vostro
diritto, quando si prende un contatto con una struttura sanitaria
pubblica, sapere chi ci sta fornendo informazioni, evitando così,
presumibilmente, di correre il rischio che ci vengano fornite notizie
esatte. In caso contrario, chiedete di parlare con il primario o con
qualcuno che si assuma la responsabilità dei dati che vi sta
offrendo.
Verifica sempre i dati offerti
da pagine come Ivg, ho abortito e sto benissimo, Obiezione Respinta,
Vita di Donna Onlus, che continuano a mantenere aggiornati i servizi
degli ospedali ed eventualmente potranno darti una mano a cercare
l’ospedale attivo più vicino a te.
Come
fare se ho necessità di spostarmi dal mio Comune di appartenenza per
richiedere il certificato e/o interrompere la gravidanza?
Puoi tranquillamente stampare
l’autocertificazione (non ricordiamo neanche più a che numero
siamo arrivati) e portarla con te barrando la motivazione che
riguarda i motivi di salute. Infatti, come detto all’inizio,
l’aborto rientra tra le pratiche sanitarie necessarie che
andrebbero fornite e mantenute, per cui nessuno può vietarvi di
recarvi in un luogo per curarvi o per accedere a pratiche sanitarie
non dilazionabili nel corso del tempo.
Cosa
posso fare dopo aver abortito?
Sorridi se hai voglia, piangi o
fai tutto quello che ti senti di fare in quel momento, prenditi un
momento per te e se ti va aiuta altre donne che sono intorno a te. In
che modo? Offrendo informazioni che possano agevolare,
non giudicando e dando la propria testimonianza, in modo da poter
sostenere altre donne.
Ricorda sempre che non sei sola,
hai un gruppo di donne, uomini e soggettività che in questo momento,
anche se a distanza, stanno facendo il tifo per te e se ne avrai
bisogno ci saranno.
Insieme stiamo benissimo, andrà
tutto bene sorelle!
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