INFORMAZIONI FALSE SU IVG SARANNO PUNITE PER LEGGE IN FRANCIA


di Loïse Delacotte


Il parlamento ha approvato la legge sull'offesa dell'ostruzione digitale all'aborto. Questa misura aiuterà a perseguire coloro che usano Internet per diffondere informazioni errate sull'aborto. Questa è una grande vittoria per tutte le associazioni per i diritti delle donne.

Una donna che sta per abortire cercherà molto spesso informazioni sul web su questa procedura. Molti siti praticano disinformazione brutale, in nome del "diritto alla vita". Questi siti saranno quindi passibili di azione penale.

Due anni di prigione e una multa di 30.000 euro

Giovedì 15 febbraio 2018
i deputati hanno votato definitivamente a favore della legge sul crimine dell'ostruzione digitale all'aborto. La legge è molto chiara, mira a penalizzare i siti che cercano di "scoraggiare le donne ad abortire" o di fare disinformazione.

Internet offre una grande libertà di azione e di espressione, anche a coloro che difendono la vita a tutti i costi. I loro commenti sono trasmessi su siti che non sono apertamente "pro-life", e sono quindi spesso presi letteralmente da donne emotivamente fragili.

I gestori di questi siti possono ora essere perseguiti per legge e condannati a due anni di carcere e 30.000 euro di multa. Una penalizzazione che si spera sarà davvero dissuasiva.

Un desiderio di ricordare il diritto all'aborto

L'interruzione volontaria della gravidanza è un diritto per le donne in Francia da quarant'anni e il voto della legge Veil. Questa nuova misura mira a rafforzarlo. Una prima controparte per criminalizzare il reato di ostruzione fisica è stata approvata nel 1993. Ha preso di mira i gruppi estremisti violenti che hanno visitato le cliniche per interrompere gli aborti.

Questa nuova legge si rivolge agli anti-IVG 2.0 che possono facilmente nascondersi dietro il loro schermo del computer.

La legge fu approvata dalla maggioranza di sinistra e dai centristi, ma i repubblicani erano in gran parte contrari, sostenendo un attacco alla sacrosanta libertà di espressione. Il deputato UDI Philippe Viguier ha avuto la risposta perfetta a questo: “la libertà di espressione non è la libertà di ingannare le persone”.


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